Per comprendere come il movimento diaframmatico e la dinamica respiratoria influenzano la postura è importante soffermarsi sul concetto di catene muscolari.
Abbiamo la consuetudine di suddividere i muscoli del nostro corpo in base alla funzione e questo, pur essendo da un punto di vista didattico un utile metodo di memorizzazione, spesso induce in errore. I muscoli hanno la funzione, durante la contrazione, di avvicinare i punti su cui si inseriscono. Il muscolo non presenta un’origine ed un’inserzione, come didatticamente ci viene insegnato, ma due inserzioni ed in base alle masse di ancoraggio si determina il grado di spostamento dei punti inserzionionali. Il nostro cervello gestisce il movimento attraverso l’attivazione dinamica (concentrica) del muscolo principale e la contrazione statica (isometrica) di un’altra serie di muscoli a monte o a valle, i quali che non fanno altro che aumentare la massa di uno dei due punti di ancoraggio e creare stabilità. Il punto con maggiore massa di ancoraggio si muoverà meno rispetto al punto con minore massa.In una condizione di completo rilassamento muscolare il cranio ha una massa minore del torace, quindi la contrazione degli scaleni determinerà un piccolo movimento del torace e un grande movimento del rachide cervicale, soprattutto se il soggetto è in posizione eretta. Per tale motivo a livello didattico lo scaleno anteriore viene considerato un flessore, inclinatore omolaterale e rotatore controlaterale del collo.
Nel caso in cui i muscoli posteriori del collo si contraggono isometricamente stabilizzando rachide cervicale, dorsale e lombare, l’ancoraggio a monte dello scaleno anteriore diventa, come massa peso, maggiore dell’ancoraggio a valle a livello della prima costa e ciò comporta, durante la contrazione, l’innalzamento della prima costa, coadiuvando in tal modo all’espansione della gabbia toracica e quindi l’inspirazione. Così i muscoli paravertebrali diventano dei muscoli inspiratori accessori, o per meglio dire degli stabilizzatori per i muscoli accessori ispiratori, in quanto partecipano alla respirazione attraverso un’azione statica di stabilizzazione del rachide cervicale e dorsale, tratti della colonna che danno un solido aggancio ai muscoli respiratori accessori.
I muscoli spinali giocano quindi un ruolo importantissimo per il mantenimento delle corrette e fisiologiche curve della colonna vertebrale. Conoscere il loro lavoro aiuta nella comprensione di molte alterazioni sintomatiche e asintomatiche delle curve del rachide superiore, secondarie a turbe delle respirazione.
L’accentuazione della curva dorsale (soprattutto nel medio tratto) o l’estremo opposto, l’appiattimento, sono spesso in relazione con disfunzioni viscerali, in cui il diaframma interviene quasi sempre. Ciò avviene perché questo tratto di colonna è strettamente collegato alla respirazione e quindi al diaframma. Il trattamento delle disfunzioni del tratto dorsale non deve trascurare le correlazioni con il diaframma ed il sistema viscerale.Questo discorso è valido anche per la porzione cervicale bassa: in primis con l’iper attivazione dei muscoli che collegano il rachide alto: semispinale (epi spinoso), spinale, ileocostale (toracico e cervicale) ed il lunghissimo (toracico e cervicale). Se interviene una iper attivazione dei dorsali e dei cervico-nucali avremo un appiattimento del rachide cervico-dorsale; se l’iper attivazione coinvolge solo i cervico-nucali, avremo un’accentuazione delle curve (ipercifosi dorsale e iperlordosi cervicale).
La stabilizzazione ai fini respiratori può coinvolgere anche il rachide lombare e la pelvi. In questo caso vengono chiamati in causa i muscoli lunghi del rachide: il tratto toracico del lunghissimo del dorso e l’ileocostale lombare.La terza vertebra lombare si trova all’apice della curva lombare e presenta un arco posteriore molto sviluppato per dare ancoraggio ai fasci muscolari del lunghissimo del dorso e del multifido lombare che provengono dalla massa connettivale comune sacroiliaca, alla fascia toraco-lombare, ai fasci ascendenti del lunghissimo del dorso, che si portano a livello dorsale, e dello spinale toracico (epi spinoso). In questa architettura la terza lombare è tirata posteriormente dai muscoli ad inserzione sacro-iliaca per servire da punto di applicazione all’azione dei muscoli dorsali.
L’azione dei muscoli caudali che si inseriscono su L3, combinata ai muscoli che partono da L3, senza un adeguato bilanciamento dell’ileocostale lombare e del quadrato dei lombi che rimangono tesi come una corda d’arco sulla lordosi lombare, determinano una riduzione della lordosi lombare. Un’alterazione di questa curva, in cui l’epicentro non è L3 ma risulta spostato in direzione craniale, è da attribuirsi a delle alterazioni viscero-diaframmatiche. Secondo Souchard (1995) in inspirazione forzata, quando il centro frenico si arresta nella discesa, per la contropressione del pacchetto viscerale, il diaframma diventa punto fisso, e le sue connessioni esercitano una trazione sulla colonna lombare.Quest’azione sarebbe particolarmente sentita a livello di L1 e L2, zona di inserzione principale dei pilastri diaframmatici. Questo sarebbe il meccanismo che porterebbe una risalita della curva lombare nei blocchi inspiratori del diaframma. Per il diaframma, oltre alla funzione respiratoria, non va dimenticata l’azione sinergica al trasverso dell’addome, nella stabilità della colonna lombare durante il movimento. Il diaframma presenta in comune al trasverso le inserzioni costali. E’ noto, infatti, che nel momento che si compie uno sforzo di sollevamento si effettua istintivamente una contrazione della parete addominale con chiusura della glottide (manovra di Valsala). In tale modo la pressione della cavità addominale aumenta notevolmente trasformandola in una colonna semirigida in grado di assorbire e trasmettere sforzi alle pelvi.L’intervento di questa struttura gonfiabile riduce di circa il 50% a livello della cerniera dorso-lombare e di circa il 30% a livello della cerniera lombo-sacrale, la compressione a livello dei dischi.
Chiarita un po’ meglio la relazione fra diaframma e respirazione e postura possiamo comprendere perche pratiche come il qigong, il taichi e lo yoga funzionino: ci insegnano a far lavorare sinergicamente il corpo ed il diaframma, quindi a legare la respirazione al movimento.
Al prossima!